L’intervista del mese

Conosciamo Giacomo Mariotti, responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazione. 

1. Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell’ingresso al ROF?

Ho sempre amato scrivere e, per quanto mi ricordi, ho sempre voluto fare qualcosa che avesse a che fare con la scrittura. Ho cominciato, come quasi tutti, a Pesaro, dalla pallacanestro, che nella nostra città non è lo sport principale, ma una religione. Sono stato giornalista radiofonico, poi ho collaborato con quotidiani e riviste specializzate. La mia prima esperienza come ufficio stampa è stata nel mondo dell’industria, poi, nel 1994 ho cominciato a lavorare nel settore musicale all’Ente Concerti di Pesaro. Nello stesso anno, ho iniziato a svolgere lo stesso ruolo per la squadra femminile di pallavolo di Pesaro, al tempo militante nelle serie minori e poi affermatasi a livello nazionale ed internazionale. Da quel momento ho avviato la mia carriera di ufficio stampa nel mondo della musica, della cultura e dello sport.

2. Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?

Mio padre Gianfranco ne è stato l’ideatore e il Sovrintendente sin dal 1980, per cui il contatto è stato immediato ed inevitabile. Nell’agosto 1994 si è creata l’opportunità di un’esperienza come ragazzo di bottega nell’Ufficio Stampa estivo, nello staff della responsabile Simona Barabesi. Ho ripetuto questa esperienza nei due Festival successivi. Dal 1996 si è strutturata una vera e propria Segreteria dell’Ufficio per assistere la Capo Ufficio Stampa, e ho quindi iniziato a lavorare stabilmente al Festival lungo tutto l’anno solare. Nel 2017 sono diventato responsabile dell’Ufficio. Simona Barabesi è stata la migliore capo che potessi avere:  il suo esempio e la sua generosità sono stati indispensabili nel mio percorso professionale.

3. Sei responsabile dell’Ufficio Stampa e Comunicazione. Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro?

Quando mi chiedono di spiegare il mestiere che faccio, rispondo sempre con una domanda: hai presente cosa fa il giornalista? Beh, io faccio il contrario: il giornalista cerca le notizie, l’ufficio stampa le nasconde. Ovviamente scherzo, ma nemmeno tanto. L’ufficio stampa tiene i rapporti con i media, fornisce loro materiale (testi, foto, video, notizie in genere), crea contenuti. L’era digitale ha allargato l’ambito di lavoro: i siti web, i social e tutto quanto concerne la comunicazione online hanno assunto un peso enorme e hanno rivoluzionato anche le modalità del flusso delle informazioni. In sintesi, l’ufficio stampa è un tramite tra il committente per cui lavora e il mondo dell’informazione, e il suo obiettivo è comunicarne al meglio l’attività svolta.

4. Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?

Amo il mio lavoro, e confesso che i periodi in cui mi diverto di più sono quelli estivi, quando i ritmi di lavoro diventano frenetici. Durante il Festival, in agosto, ho l’occasione di conoscere tanti colleghi e coltivare rapporti che, negli anni, diventano vere e proprie amicizie. È per questo che, dovendo citare uno dei ricordi che mi è più caro del Festival, mi viene alla mente per prima la lettera che la moglie di un collega giapponese, fedelissimo frequentatore del ROF, mi inviò anni fa, annunciandomi la scomparsa di suo marito: “Al suo funerale, come da sua espressa richiesta, sono stati suonati estratti dal Viaggio a Reims. Ho tenuto ad informarvi io stessa della sua scomparsa  perché con voi, a Pesaro, ha passato assieme a me le più belle estati della sua vita”.

Pubblicata il : 25 giugno 2024